domenica 16 novembre 2014

Post 9 // PRODUZIONE E ORIGINI: Vaniglia




La vaniglia o vainiglia (Vanilla planifolia Jacks. ex Andrews, 1808) è un'orchidea originaria del Messico.
I suoi frutti, comunemente chiamati baccelli, producono la spezia nota come vaniglia.









LA PRODUZIONE


Cifre della produzione

Il mercato relativamente ristretto della vaniglia mira a soddisfare una domanda legata all'autenticità naturale, è sottomesso ai rischi climatici e alla speculazione finanziaria. I cicloni che investono frequentemente la parte orientale di Madagascar possono effettivamente distruggere una parte importante delle piante o dei raccolti. Ma la vaniglia preparata può essere conservata per molti anni, perciò i produttori, i grossisti i commercianti possono costituire degli stock per ammortizzare le variazioni di prezzi o, d'altra parte, per approfittare di queste variazioni. Più spesso, i grandi gruppi agro-alimentari e i grandi commercianti internazionali, trattano direttamente e confidenzialmente con i coltivatori locali. In un contesto di opacità, dove un annuncio sulle produzioni può influire il livello dei prezzi, è molto difficile conoscere con sicurezza delle cifre esatte sulla produzione. È comunque condiviso da tutti gli esperti del settore, che la produzione mondiale annuale di vaniglia, è di circa 12.000 tonnellate.

Regioni di produzione

La coltura della vaniglia s'è sviluppata in diverse regioni tropicali umide del mondo. Due paesi Madagascar e Indonesia, rappresentano i maggiori fornitori mondiali. Se durante gli anni novanta la produzione indonesiana era passata in testa, il Madagascar oggi ricopre la posizione dominante.

In Madagascar, nel 2004, la vaniglia dava da vivere a 80.000 coltivatori. Soprattutto è coltivata nella regione di Sava, situata nella zona nord-orientale dell'isola dove si trovano 24.000 dei 29.500 ettari coltivati a vaniglia dell'isola. Le altre piantagioni attorno a Diego Suarez(1.500 ha), e nella regione di Toamasina (3.800 ha), che è anche il porto dal quale partono le esportazioni di questa pregiata spezia. Inoltre altri paesi continuano ad alimentare il mercato mondiale, seppur in maniera più modesta: Messico, Isole Comore, e in maniera ancora minore, la Réunion e Tahiti. Inoltre le isole Seychelles e Mauritius non ne producono più. I prodotti dell'area del sud-est dell'oceano indiano prendono il nome di Vaniglia Bourbon (Madagascar, Isole Comore e la Réunion). In questa regione, gli alisei impongono la coltura solo sulle coste orientali, che sono le più umide.


Sulla Réunion, la produzione è concentrata tra Sainte-Suzanne e Bras-Panon. Nell'arcipelago delle Comore su Anjouan e Mayotte. La coltura della vaniglia è una delle poche risorse assieme alla produzione di chiodi di garofano. Infine ci sono alcuni paesi che si sono lanciati, o rilanciati nella produzione della vaniglia: Uganda, lo stato di Kerala in India, la Papua Nuova Guinea, le Isole Tonga, ecc. Sempre alla ricerca di profitti e redditi agricoli. Si trovano tuttavia innanzi ad un mercato molto fluttuante per un prodotto che richiede più di un seguito preciso e rigoroso lungo la filiera per produrre ad una spezia di qualità. La Cina produce della vaniglia nella provincia di Yunnan.

La concorrenza degli aromi industriali

Nel 1874, il chimico tedesco Willhelm Haarmann realizza la prima sintesi artificiale di vanillina o vaniglina, a partire da una sostanza estratta dalla resina dell'abete rosso. Ma anche altre sostanze possono servire come base per una sintesi della vanillina. È utilizzando l'eugenolo (C10H12O2), estratto dai chiodi di garofano, che si sviluppa la produzione e il commercio della vanillina di sintesi. La vanillina di sintesi prende sempre più campo sia nell'industria alimentare che nell'industria cosmetica. Grazie al suo basso costo di produzione, permette di rendere popolare l'aroma della vaniglia, ma imponendo alla vaniglia naturale un concorrente troppo forte. Si stima che attualmente la produzione mondiale di vanillina industriale sia intorno alle 12.000 tonnellate all'anno, mentre tutta la vanillina naturale che potrebbe essere estratta dalla produzione mondiale di vaniglia, ne produrrebbe soltanto 40 tonnellate all'anno.

La crisi degli anni 2000

Nel 2000 il Madagascar (40% della produzione mondiale nel 1994) venne colpito dai cicloni Eline e Hudah, con il risultato che i prezzi della vaniglia naturale s'impennarono. Questa oscillazione dei prezzi fu mantenuta dalla crisi politica che scosse il paese e perturbò il mercato quando nel 2002 il Presidente Didier Ratsiraka dovette lasciare il potere a Marc Ravalomanana, (un industriale molto legato alla produzione dello yogurt e quindi personalmente interessato alla risoluzione della crisi).

La crisi ha fatto sì che paesi concorrenti come l'Indonesia, l'Uganda, la Papua Nuova Guinea e lo stesso Messico rilanciassero questa produzione altamente specializzata. D'altro canto, i prezzi raggiunti in quel periodo crearono una corsa alla produzione di vanillina industriale con i metodi più svariati.


Dopo il 2004 tuttavia i prezzi sono scesi da $500 a $25–70 (prezzo all'ingrosso per chilogrammo), $65–70 per la vaniglia Bourbon, $25–20 per le altre varietà. Malgrado questi nuovi prezzi storicamente molto bassi, gli acquirenti continuavano ad evitare i baccelli di vaniglia naturale. Il Madagascar quindi ha dovuto abbassare la sua offerta globale dal 60% al 40% per rimettersi sul mercato.
A Nizza nell'ottobre 2004 si è tenuto il primo congresso internazionale dedicato alla spezia. È stata creata anche la International Vanilla Association, prima struttura di questo genere avente lo scopo di meglio valutare i parametri del mercato.



ZONA DI ORIGINE



La pianta della vaniglia è originaria dell'America Tropicale (Messico). Oggi il Madagascar è il primo produttore al mondo di vaniglia. Messico e Polinesia sono i secondi più importanti produttori. All’inizio del XIX secolo alcune piante furono spedite a Java, poi all’isola della Reunion e alle Mauritius per provare a coltivare la preziosa vaniglia, ma, a causa della mancanza in questi territori dell’insetto impollinatore, l’impresa fu fallimentare. Col tempo si sono realizzate le impollinazioni manuali, utilizzate ancora oggi.


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